Il chairside con DFAB

Pubblicato per gentile concessione di Infodent – pubblicato su Infodent nel Giugno 2022 – Rubrica Dental Tech.
INTRODUZIONE
Vediamo di seguito due casi clinici di semplici riabilitazioni su impianti, risolti in un unico appuntamento, grazie ad una singola sessione di stampa 3D con DFAB® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). Nello specifico, si tratta di un ponte su due impianti nel mascellare superiore di sinistra, ed una corona singola su impianto nella mandibola di destra.
IL CASO CLINICO
I due pazienti venivano fatti accomodare in poltrona, simultaneamente. La procedura iniziava con la scansione intraorale per la cattura della posizione spaziale degli impianti (Figg. 1,2).

Fig. 1. Caso clinico numero 1: due impianti nel mascellare posteriore di sinistra. (A) Scansione dell’arcata master dopo la rimozione delle viti di guarigione, e dell’arcata antagonista, in occlusione (CS 3800®, Envista, Brea, California, USA); (B) gli scanbodies di IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna) avvitati in posizione; (C) la scansione con gli scanbodies avvitati in posizione; (D) Particolare del modello master con gli scanbodies in posizione, visione laterale; (E) Particolare del modello master con gli scanbodies in posizione, visione occlusale.

Fig. 2. Caso clinico numero 2: un impianto nella mandibola posteriore di destra. (A) Scansione dell’arcata master dopo la rimozione delle vite di guarigione, e dell’arcata antagonista, in occlusione (CS 3800®, Envista, Brea, California, USA); (B) il modello master in visione occlusale; (C) lo scanbody IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna) in posizione; (D) particolare del modello master con lo scanbody in posizione, visione laterale.

Si impiegava un potente scanner a luce strutturata. Gli scanbodies utilizzati erano dei compatibili del sistema IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna). La scelta di utilizzare scanbodies di AbutmentCompatibili.com era giustificata dall’alta precisione e qualità delle componenti, e dal design intelligente dei dispositivi di trasferimento, che permette agli algoritmi di sovrapposizione di Iterative Closest Point (ICP) di lavorare al meglio. Il maggior vantaggio nell’uso di IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna) risiede però nella ricchezza della libreria CAD (Galway®, Exocad, Darmstadt, Germania). Le librerie IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna) sono tra le poche a dare la possibilità all’odontotecnico di scegliere tra diversi ingrandimenti del file libreria dello scanbody, al momento della sostituzione dello stesso alla mesh o ricostruzione di superficie dello scanabutment. Ciò è fondamentale e permette di ridurre l’errore dato da cattivo accoppiamento tra mesh e libreria dello scanbody, sempre presente purtroppo, sia nella scansione intraorale che in quella desktop. Poter compensare questo errore di congruenza permette di ridurre sensibilmente l’errore nel trasferimento della posizione reale dell’impianto al progetto virtuale: ciò è determinante per ottenere un’adeguata precisione clinica dei restauri. La prima scansione era quella dell’arcata master, immediatamente dopo la rimozione delle viti di guarigione; seguivano la cattura dell’arcata antagonista e del bite. Quindi, venivano avvitati gli scanbodies sugli impianti, e l’operatore ne catturava l’intera anatomia; ciò senza insistere troppo sui dettagli, per evitare di sovradimensionare la ricostruzione mesh dell’oggetto. Terminate le scansioni, esse venivano inviate elettronicamente al laboratorio, in formato .STL. Mentre ai pazienti veniva offerto un caffè, l’odontotecnico procedeva alla modellazione dei restauri, come sovrastrutture avvitate (Figg. 3,4).

Fig. 3. Caso clinico numero 1: due impianti nel mascellare posteriore di sinistra. (A) Le arcate in occlusione con le basi di incollaggio in evidenza (Galway®, Exocad, Darmstadt, Germania); (B) modellazione della sovrastruttura avvitata con l’indicazione dei fori vite; (C) visione prospettica del modellato in occlusione; (D) visione laterale del modellato in trasparenza con visione dei Ti-bases; (E) modellato finale.

Fig. 4. Caso clinico numero 2: un impianto nella mandibola posteriore di destra. (A) Modello master con lo scanbody in posizione (Galway®, Exocad, Darmstadt, Germania); (B) Le arcate in occlusione con la base di incollaggio in evidenza; (C) visione prospettica del restauro con il foro vite e l’analogo in evidenza; (D) visione occlusale del restauro con il foro vite in evidenza.

La libreria IPD ProCam® di AbutmentCompatibili. com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna) permetteva all’odontotecnico di compensare errori di crescita della mesh, utilizzando un file libreria ingrandito: ciò garantiva un trasferimento ideale della posizioni degli impianti alla pianificazione virtuale. Terminata la modellazione in CAD (Galway®, Exocad, Darmstadt, Germania), l’odontotecnico inviava i file del modellato del ponte e della corona avvitata allo studio dentistico. Tali file erano caricati all’interno del software NAUTA PHOTOSHADE® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia), che provvedeva a preparare i restauri per la stampa; all’operatore veniva chiesto di scegliere e posizionare i tre livelli di colore, all’interno dei restauri (Fig. 5).

Fig. 5. Scelta del colore nel software NAUTA PHOTOSHADE® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) I restauri vengono caricati all’interno del software; (B) posizionamento dei restauri; (C) base di stampa e supporti sono generati automaticamente; (D) i livelli colore sono finemente regolati grazie al software NAUTA PHOTOSHADE®.

Terminata questa procedura, l’operatore caricava la cartuccia e posizionava il piattino di stampa all’interno della stampante; quindi, era possibile lanciare il progetto di stampa (Figg. 6,7,8).

Fig. 6. Stampa 3D dei restauri. (A) La stampante DFAB® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia); (B) il materiale prescelto per i restauri era Irix® Max, altamente estetico (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia); (C) la cartuccia pronta per essere caricata; (D) piattaforma e base di stampa pronte all'inserimento.

Fig. 7. Stampa 3D dei restauri con DFAB® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) Particolare delle guide per l’inserimento della piattaforma di stampa e della cartuccia; (B) la piattaforma di stampa e la cartuccia inserite.

Fig. 8. Stampa 3D dei restauri con DFAB® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) Il design accattivante e compatto della versione desktop di DFAB®; (B) in soli 25 minuti la sessione di stampa è completata; (C) i restauri in Irix® Max (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia) appena usciti dalla stampante; (D) i restauri ancora sulla base della piattaforma di stampa; (E) lavaggio in alcool etilico al 95%; (F) i restauri dopo il lavaggio in alcool; (G) i restauri pronti alla polimerizzazione.

La stampa durava 25 minuti; nel frattempo il clinico personalizzava la base di incollaggio in titanio prescelta dall’odontotecnico, tagliandola in altezza con apposita dima fornita da IPD ProCam® di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna). Terminata la sessione di stampa, i restauri erano sciacquati in alcool etilico per 2-3 minuti, rimossi dalla piattaforma di stampa, asciugati, eventualmente caratterizzati, e infine polimerizzati nel dispositivo a ciclo ibrido dedicato DCURE® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). La polimerizzazione avveniva in pochi minuti (Fig. 9).

Fig. 9. Polimerizzazione dei restauri con DCURE® (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) I restauri asciutti e pronti alla polimerizzazione; (B) il dispositivo di polimerizzazione DCURE® in azione; (C) i restauri inseriti per la polimerizzazione; (D) terminata la polimerizzazione, i restauri sono pronti per essere applicati clinicamente.

I restauri erano estratti da DCURE® e cementati sulla base di incollaggio prescelta. Prima di poter essere applicati, i restauri venivano lucidati ulteriormente. Alla consegna, i restauri erano clinicamente precisi con un fit ottimale, e punti di contatto interprossimali ed occlusali ideali (Figg. 10,11,12,13).

Fig. 10. Caso clinico numero 1: verifica dell’adattamento del ponte su modello stampato in 3D (XFAB 3500PD®, DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia) prima dell’applicazione clinica. (A) Disegno CAD dei modelli parziali master ed antagonista: i modelli impiegati sono quelli di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna), caratterizzati da doppia vite di fissaggio per il controllodella posizioni degli analoghi all’interno del modello master; (B) modello master stampato in 3D con resina proprietaria (PRECISA® RD097, DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia) caratterizzata da altissima precisione; (C) i modelli in occlusione con il restauro in Irix® Max (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia) avvitato; (D) visione prospettica del modello con il restauro a lato; (E) dettaglio di modello e restauro.

Fig. 11. Caso clinico numero 1: consegna del restauro in Irix® Max (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) Dettaglio dei collari mucosi. Notare l’eccellente salute dei tessuti mucosi peri-implantari, alla rimozione delle viti di guarigione; (B) consegna del ponte definitivo: la precisione clinica (definita dal fit o adattamento, e dai punti di contatto occlusali ed interprossimali) è ottimale. I fori vite verranno chiusi con teflon e materiale composito, ed il paziente verrà congedato, a meno di 2 ore dall’ingresso in studio dentistico.

Fig. 12. Caso clinico numero 2: consegna del restauro in Irix® Max (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) Dettaglio della sovrastruttura avvitata con vite di avvitamento e driver di AbutmentCompatibili.com (IPD Dental Group, Matarò, Barcellona, Spagna); (B) dettaglio del restauro stampato in 3D.

Fig. 13. Caso clinico numero 2: consegna del restauro in Irix® Max (DWS Srl, Thiene, Vicenza, Italia). (A) La corona si adatta perfettamente dal punto di vista clinico, mostrando elevata precisione, e si integra nel cavo orale sia a livello funzionale che estetico; (B) chiusura del foro vite con teflon e composito.

L’integrazione estetica era valida. I fori vite venivano chiusi con teflon, al di sopra del quale veniva polimerizzata della resina composita. Una ultima lucidatura in bocca, ed i pazienti venivano congedati con i nuovi restauri implanto- supportati. L’intera procedura durava meno di 2 ore.